Prestiti per stranieri senza busta paga: finanziamenti per cittadini rumeni e albanesi in Italia

Una delle domande che viene posta più spesso quando si parla di finanziamenti è questa: è possibile richiedere dei prestiti per stranieri senza busta paga? In Italia abitano tante persone che sono arrivate dall’estero (più di cinque milioni), con i rumeni e gli albanesi che rappresentano le comunità più numerose: anche a loro può capitare di avere la necessità di richiedere un finanziamento per poter realizzare un progetto, ma in molti casi rinunciano perché credono che, in quanto stranieri, la loro domanda verrà respinta. Ma è davvero così o gli istituti di credito possono erogare anche prestiti per stranieri, magari anche senza busta paga?

Requisiti e documentazione per ottenere prestiti per stranieri senza busta paga

Le banche e le finanziarie concedono soldi in prestito solo alle persone che dimostrano di avere una capacità di rimborso ritenuta adeguata: per avere la certezza che le persone che richiedono il finanziamento siano in grado di restituire le somme erogate gli istituti di credito hanno stabilito una serie di requisiti fondamentali e una serie di documenti da presentare insieme alla domanda di prestito. I requisiti possono leggermente differire da istituto a istituto, ma in linea di massima sono sempre i seguenti:

  • è necessario aver compiuto almeno 18 anni e avere meno di 70 o 75 anni;
  • bisogna essere residenti in Italia;
  • si deve avere un reddito dimostrabile (prodotto in Italia);
  • non bisogna essere protestati o cattivi pagatori.

Leggendo attentamente l’elenco appena riportato si può notare che si fa riferimento alla residenza in Italia: questo significa che non serve essere cittadini italiani e che è possibile ottenere prestiti per stranieri se questi risiedono nel Bel Paese. Quindi possiamo procedere con la lista dei documenti che devono essere necessariamente presentati insieme alla richiesta di finanziamento:

  • documento di identità;
  • codice fiscale
  • documento di reddito.

Qui bisogna fare un paio di precisazioni: la prima, visto che si parla di cittadini stranieri, riguarda il documento di identità, mentre la seconda riguarda il documento di reddito(la cui presenza nella lista dei documenti fondamentali potrebbe far sorgere qualche dubbio sulla possibilità di poter ottenere un prestito per stranieri senza busta paga).

Documenti di identità e di reddito richiesti per i prestiti ad albanesi, rumeni e altri cittadini stranieri

I cittadini italiani possono utilizzare come documento di identità la loro carta di identità o la patente di guida, mentre per quanto concerne i prestiti per stranieri bisogna fare una distinzione tra i cittadini degli stati membri dell’Unione Europea e quelli extracomunitari. I cittadini di Paesi UE (come ad esempio i rumeni e i polacchi, giusto per citare alcune delle comunità più presenti in Italia) devono presentare la carta d’identità, il certificato di residenza contestuale, l’attestazione di regolarità di soggiorno oppure l’attestazione di iscrizione anagrafica; i cittadini extracomunitari (come gli albanesi o i marocchini, che rappresentano insieme quasi il 17% dei cittadini stranieri presenti sul territorio italiano) devono allegare alla richiesta di prestito un documento di soggiorno.

Merita un discorso più ampio invece il documento di reddito: per ottenere un finanziamento infatti non è sufficiente percepire un reddito regolare, ma questo deve essere anche dimostrabile tramite un documento, e questo a prescindere dalla nazionalità della persona che richiede il prestito. Il documento di reddito per eccellenza è la busta paga: questo prospetto viene rilasciato dal datore di lavoro ai suoi dipendenti nel momento in cui gli paga lo stipendio; al suo interno vengono riepilogate alcune informazioni sul rapporto di lavoro e sulla composizione della retribuzione lorda e netta. E chi non è un lavoratore dipendente come deve fare per avere un finanziamento, che in questo caso sarebbe un prestito senza busta paga?

Prestiti senza busta paga per stranieri e italiani

Chi è pensionato può presentare il suo ultimo cedolino oppure il modello Obis M, mentre i liberi professionisti possono allegare alla domanda di prestito senza busta paga la loro ultima dichiarazione dei redditi con il modello F24 che ne attesta il pagamento. Per chi non rientra in queste categorie (e non sono pochi i soggetti esclusi: dai disoccupati ai lavoratori in nero, passando per gli studenti, i giovani imprenditori e le casalinghe) le cose si possono complicare un po’: l’unica cosa che si può cercare di fare è cercare di dimostrare all’istituto di credito che pur non avendo un documento di reddito si è in grado di rimborsare le somme ottenute.

Possono quindi entrare in gioco le cosiddette garanzie alternative: ci sono poche chance per quelli che propongono un immobile di proprietà come garanzia (soprattutto se il prestito erogato è di importo ridotto, in caso di mancato rimborso per la banca sarebbe difficile e dispendioso in termini di tempi ed energie mettere in pratica tutta la procedura per tornare in possesso dei soldi prestati), mentre hanno qualche possibilità in più quelli che possono dimostrare di avere un’entrata regolare ogni mese (gli esempi più classici sono quelli della rendita finanziaria di un investimento, dell’affitto percepito mensilmente per un immobile di proprietà ceduto in locazione e l’assegno di mantenimento versato puntualmente dall’ex coniuge).

Il garante nei prestiti senza busta paga per stranieri: requisiti e obblighi

Ma la strada che ha più possibilità di portare all’ottenimento di prestiti senza busta paga per stranieri o italiani è quella che prevede la figura del garante: in altre parole se non si ha un reddito dimostrabile, ma ci si presenta alla banca o alla finanziaria con una persona (ovviamente ritenuta affidabile e solida economicamente) disposta ad impegnarsi a pagare le rate di rimborso nel caso in cui il richiedente no dovesse essere in grado di farlo, le chance di ottenere il finanziamento aumentano notevolmente. Il garante naturalmente deve possedere dei requisiti (deve avere un buon reddito, magari un contratto di lavoro a tempo indeterminato, non deve avere più di 75 anni, deve avere un passato creditizio esemplare e se è proprietario di un immobile è anche meglio) e chi accetta di ricoprire questo ruolo deve sapere a cosa va incontro.

Se il debitore principale non paga e il garante non rispetta il suo impegno di sostituirlo nel versamento delle rate viene segnalato (insieme al beneficiario del prestito) nei registri della Centrale Rischi Finanziari, cosa che potrebbe rendere decisamente più difficile un futuro accesso al credito se ne dovesse avere bisogno. Ma rilasciare una garanzia personale incide sulle possibilità de garante di ottenere un prestito anche se le rate vengono pagate regolarmente: se il garante dovesse richiedere un finanziamento, gli istituti di credito noterebbero la presenza di impegni in corso (anche se non diretti) e per questo motivo potrebbero rifiutare la richiesta oppure ridimensionare gli importi.

Visti anche i rischi che comporta l’assunzione di questo ruolo, nella maggior parte dei casi accettano di fare da garante le persone molto vicine a chi richiede il prestito (il marito che fa da garante alla moglie o viceversa, il genitore che fa da garante al figlio e così via), ma non è assolutamente necessario che tra i due soggetti coinvolti ci sia un qualche tipo di legame di parentela: alle banche e ala finanziarie interessa solo che il garante rispetti i requisiti richiesti (in questo caso sarà possibile accedere a prestiti per stranieri o per italiani senza busta paga praticamente alle stesse condizioni dei normali finanziamenti personali, con maggiori probabilità di successo se gli importi richiesti sono contenuti).

Prestito tra privati per stranieri senza busta paga

I finanziamenti personali non sono l’unica tipologia di prestiti per stranieri: visto che stiamo parlando delle soluzioni senza busta paga dobbiamo escludere dall’elenco il prestito con cessione del quinto (riservato ai soli pensionati e lavoratori dipendenti), ma ci sono delle alternative che meritano di essere conosciute ed, eventualmente, prese in considerazione. La prima opzione che può venire in mente è il prestito tra privati: si può richiedere sia nel modo tradizionale, ovvero chiedendo un aiuto ad amico parenti (e in alcuni casi, visto il legame e la fiducia tra le parti coinvolte è possibile ottenere delle condizioni vantaggiose) oppure nella maniera moderna, ovvero sfruttando le potenzialità del web. Su internet infatti esistono delle piattaforme che svolgono il ruolo di intermediario tra le persone che sono alla ricerca di un finanziamento e le persone che sono disposte a prestare il loro denaro, ricevendo in cambio una remunerazione rappresentata dagli interessi (un modo alternativo per investire i propri risparmi). Ovviamente bisogna stare ben attenti a chi ci si rivolge: meglio evitare quei personaggi che offrono soldi in prestito a condizioni improponibili (richiedendo interessi a tassi che superano i limiti anti usura stabilita dalla Banca d’Italia) e le piattaforme non autorizzate ad operare come punto di incontro tra chi chiede e chi offre denaro. Ricordiamo che a chi chiede un prestito tra privati online verrà comunque richiesto il rispetto di precisi requisiti.

Il prestito cambializzato per stranieri senza busta paga: pro e contro

Se non si riescono ad ottenere prestiti per stranieri senza busta paga tramite i classici canali rappresentati da banche e società finanziarie è possibile valutare un’alternativa di cui si è tornati a parlare molto spesso negli ultimi tempi su internet: il prestito cambializzato. Si tratta di una forma di finanziamento non finalizzato (non è necessario indicare come verranno utilizzati i soldi ottenuti: le somme vengono consegnate al richiedente, che potrà disporne come crede) il cui rimborso avviene tramite il pagamento di cambiali con scadenze mensili. Le cambiali possono essere sotto forma di tratta (obbligo di pagamento) o pagherò (promessa di pagamento), ma in entrami i casi se sono correttamente compilate sono dei titoli esecutivi; questo significa che in caso di mancato pagamento il creditore potrà agire direttamente sui beni del debitore, senza dover attendere sentenze o decreti.

Non vengono richiesti particolari requisiti a chi vuole un prestito di questo tipo, visto che la presenza delle cambiali permette al creditore di vivere “sonni tranquilli” e di rientrare facilmente in possesso delle somme prestate se il debitore non provvede al pagamento delle rate di rimborso (possono comunque essere richieste delle garanzie); per questo motivo spesso ricorrono al prestito cambializzato i cattivi pagatori e i protestati, che difficilmente riescono ad accedere al credito tramite i canali tradizionali. CI sono comunque un paio di motivi per cui questi finanziamenti vengono sconsigliati e spesso relegati al ruolo di ultima spiaggia: innanzi tutto il rischio di venire protestati e vedersi pignorati i beni se non si rispettano le scadenze, poi ci sono dei costi(interessi più alti e spese accessorie) che possono rendere il finanziamento poco conveniente ; infine potrebbe essere difficile trovare un istituto disposto ad erogare prestiti per stranieri senza busta paga cambializzati: ufficialmente i grandi istituti di credito non trattano questo prodotto, quindi bisogna cercare tra i privati e le finanziaria (in particolar modo quelle attive a livello locale).

Il prestito su pegno per stranieri senza reddito: come funziona

I prestiti per stranieri senza busta paga (così come quelli per italiani che non hanno un documento di reddito: come abbiamo visto la nazionalità non conta nulla per le banche e le finanziarie se si rispettano i requisiti e se si può presentare una documentazione completa) non sempre sono facili da ottenere, quindi vengono rispolverate delle soluzioni che avevano perso un po’ di popolarità nel corso del tempo: esattamente come i prestiti tra privati e quelli cambializzati sono tornati di moda i prestiti su pegno. Il meccanismo è molto semplice: il richiedente consegna all’istituto erogante un oggetto in cambio di denaro; se il debitore restituisce le somme ottenute (più spese ed interessi) alla scadenza potrà rientrare in possesso del bene in pegno, altrimenti questo diventerà di proprietà del creditore, che potrà venderlo per rientrare in possesso degli importi erogati. Nella maggior parte dei casi vengono accettati in pegno oggetti di valore che hanno una quotazione di mercato facilmente definibile (ad esempio orologi, monete preziose, gioielli, oro), ma si può provare anche con quadri tappeti e cose del genere.

Il prestito su pegno è una soluzione che può tornare utile a chi non ha i requisiti per poter ottenere un normale prestito personale e a chi non supera le verifiche di affidabilità effettuate dalle banche; inoltre ha il vantaggio di essere molto rapido (la garanzia è rappresentata dal bene in pegno stesso). Ma ci sono anche degli aspetti negativi: la durata del finanziamento di solito è molto breve (sei mesi e un anno sono le scadenze più comuni) e i tassi di interesse non sono particolarmente convenienti; se non si restituiscono i soldi si perde il bene dato in pegno e gli importi ottenuti sono decisamente più bassi rispetto al valore reale dell’oggetto.

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